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Le regioni Veneto e Campania sono al centro del dibattito politico sul limite dei due mandati consecutivi per i presidenti di regione. I rispettivi governatori, Luca Zaia e Vincenzo De Luca, stanno affrontando la sfida del terzo mandato con approcci e strategie molto differenti, ma entrambi puntano a superare un vincolo considerato obsoleto. Questo articolo esplora le loro strategie, i consensi raccolti e le implicazioni politiche del dibattito.

Luca Zaia e la chiamata popolare in Veneto

In Veneto, il governatore Luca Zaia si affida al sostegno popolare per sostenere la sua candidatura al terzo mandato. La Lega ha organizzato banchetti in piazza per raccogliere firme, raggiungendo già quota 10.000. Secondo Zaia, non si tratta di una battaglia personale, ma di un messaggio chiaro al governo: il limite dei mandati è percepito come un vincolo superato. Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, ha dichiarato: “Valorizzare la democrazia significa superare queste imposizioni e liberare i cittadini dai vincoli imposti dalla legge al loro libero esercizio del voto”.

A sostenere questa posizione è anche un sondaggio dell’istituto demoscopico Lab21.01 per Affaritaliani.it, secondo cui il 67,7% degli italiani è favorevole alla rimozione del limite dei due mandati. Alberto Villanova, capogruppo della Liga Veneta, ha ribadito che questa è una “guerra giusta”, destinata a continuare. Per Villanova, il vincolo del doppio mandato limita la libertà del popolo di scegliere i propri rappresentanti. La Lega intende proseguire con la raccolta firme anche nei prossimi weekend, per consolidare il consenso attorno alla candidatura di Zaia.

Vincenzo De Luca: l’approccio legale in Campania

Diversa la strategia del governatore campano Vincenzo De Luca, che punta su una battaglia legale per ottenere il terzo mandato. De Luca sostiene che il limite dei due mandati consecutivi dovrebbe essere calcolato solo a partire dal 2004, anno in cui la legge è stata recepita dalle regioni. La decisione spetterà alla Consulta, che si esprimerà entro aprile.

Nel frattempo, De Luca ha già costituito un collegio di difesa per sostenere la sua posizione, pur sapendo che la strada legale appare in salita. Il governatore campano ha già dichiarato che, indipendentemente dalla decisione della Consulta, scenderà in campo. “Non è che decidono da Roma quello che dobbiamo fare nei territori”, ha affermato De Luca, criticando l’ingerenza della dirigenza nazionale del Partito Democratico.

Implicazioni politiche del dibattito

Il dibattito sul limite dei mandati non è solo una questione legale, ma riflette anche un confronto politico più ampio. La Lega in Veneto punta a consolidare la sua posizione come partito dominante nella regione, mentre in Campania, De Luca cerca di riaffermare la sua leadership, sfidando non solo il vincolo dei mandati, ma anche le dinamiche interne al Partito Democratico. Entrambe le strategie evidenziano come i governatori stiano cercando di adattarsi a un contesto politico sempre più complesso, in cui il rapporto con il popolo e il consenso diventano fattori determinanti.

Zaia e De Luca rappresentano due approcci distinti alla sfida del terzo mandato: da un lato, una mobilitazione popolare e un richiamo alla democrazia diretta; dall’altro, una battaglia legale e un forte controllo sui territori. Entrambi i casi mettono in evidenza l’importanza di ripensare le regole del sistema politico per adattarle alle esigenze di rappresentanza e stabilità democratica.

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