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Enrico Berlinguer è stato uno dei politici più influenti nella storia italiana del dopoguerra e il leader simbolo del Partito Comunista Italiano (PCI). Con la sua visione innovativa e il suo approccio pragmatico, Berlinguer è ricordato per il tentativo di modernizzare il PCI e renderlo più vicino ai principi democratici. La sua figura rappresenta un capitolo fondamentale della politica italiana del Novecento.

Gli inizi e l’impegno politico

Enrico Berlinguer nacque a Sassari il 25 maggio 1922, in una famiglia borghese e colta. Fin da giovane manifestò interesse per la politica, aderendo al Partito Comunista Italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Partecipò attivamente alla Resistenza contro il fascismo e contribuì alla riorganizzazione del PCI in Sardegna.

Nel dopoguerra, si trasferì a Roma, dove divenne uno dei collaboratori più stretti di Palmiro Togliatti. Grazie alle sue capacità politiche e alla sua visione strategica, Berlinguer scalò rapidamente le gerarchie del partito, assumendo ruoli di crescente responsabilità.

La leadership del PCI

Berlinguer divenne segretario generale del PCI nel 1972, succedendo a Luigi Longo. Durante la sua leadership, si distinse per il tentativo di promuovere un “compromesso storico” tra comunisti e democristiani, con l’obiettivo di superare le divisioni ideologiche e garantire stabilità politica in un’Italia segnata da forti tensioni sociali e politiche.

Sotto la sua guida, il PCI raggiunse il suo massimo storico di consensi, sfiorando il 34% dei voti alle elezioni politiche del 1976. Berlinguer lavorò per rendere il partito più autonomo dall’Unione Sovietica, promuovendo una visione di “eurocomunismo”, in collaborazione con altri partiti comunisti europei, come quello spagnolo e francese.

Le battaglie per la moralità nella politica

Uno degli aspetti più distintivi della leadership di Berlinguer fu la sua insistenza sulla questione morale, un tema che affrontò con determinazione, denunciando la corruzione e il clientelismo nella politica italiana. Riteneva che la crisi della politica fosse legata a una perdita di etica e integrità da parte delle istituzioni e dei partiti.

Enrico Berlinguer morì prematuramente l’11 giugno 1984, durante un comizio a Padova. La sua scomparsa suscitò un’ondata di commozione in tutto il Paese, con milioni di persone che parteciparono ai suoi funerali.

Il suo impegno per un comunismo democratico, la sua lotta per la moralità nella politica e il suo stile sobrio e rigoroso hanno lasciato un segno indelebile nella storia italiana. Berlinguer è ricordato come un politico integro e appassionato, il cui pensiero continua a ispirare molte generazioni.

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