Come riporta l’Ansa il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fornito chiarimenti sulla vicenda del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, espulso dall’Italia per motivi di sicurezza nazionale. Secondo quanto dichiarato durante il question time al Senato, il provvedimento di espulsione è stato adottato in seguito alla mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, in considerazione della pericolosità sociale del soggetto, come emerge dal mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale.
Le motivazioni dell’espulsione
Come spiegato dal Ministro, il cittadino libico era stato rilasciato nella serata del 21 gennaio 2025, ma la sua presenza in Italia rappresentava un rischio per la sicurezza pubblica. “A seguito della mancata convalida dell’arresto e considerato il profilo di pericolosità sociale del soggetto, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi della legge”, ha dichiarato Piantedosi. Il provvedimento è stato notificato ad Almasri al momento della scarcerazione, e il cittadino libico è stato rimpatriato a Tripoli nella stessa serata.
Un caso complesso di sicurezza internazionale
Il Ministro ha evidenziato che la decisione è stata presa in un contesto di urgenza, sottolineando che il mandato di arresto internazionale contro Almasri era stato emesso il 18 gennaio 2025 dalla Corte Penale Internazionale. La presenza in Italia del cittadino libico ha quindi accelerato l’adozione del provvedimento, ritenuto la soluzione più adeguata per garantire la sicurezza del Paese e per evitare il rischio di ulteriori problemi legati alla sua permanenza sul territorio italiano.
Un’informativa di maggiore dettaglio
Durante il question time, Piantedosi ha affermato che il governo è disponibile a fornire un’informativa dettagliata sulla vicenda, che includerà tutti i passaggi relativi alla richiesta, all’emissione e all’esecuzione del mandato di cattura internazionale. “Questa sarà l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti gli aspetti della vicenda, compresa la tempistica riguardante il mandato e il successivo provvedimento di espulsione”, ha dichiarato il Ministro.
La misura adottata: il divieto di reingresso
Piantedosi ha inoltre sottolineato che l’espulsione è stata accompagnata da un divieto di reingresso sul territorio nazionale, ritenendo la misura adeguata alla gravita della situazione. “L’espulsione era la misura più appropriata per tutelare la sicurezza dello Stato, anche in considerazione della durata del divieto di reingresso”, ha concluso il Ministro dell’Interno.