La riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, fortemente sostenuta dal centrodestra, ha suscitato una reazione decisa da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM). Il provvedimento, approvato in prima lettura alla Camera lo scorso giovedì, mira a modificare il Titolo IV della Costituzione, scindendo nettamente le funzioni di giudici e pubblici ministeri. Durante il Consiglio direttivo centrale dell’ANM, tenutosi a Roma, sono state stabilite le prossime azioni di protesta, che includono una giornata di sciopero e iniziative simboliche.
Le iniziative simboliche e lo sciopero del 27 febbraio
Come riportato dall’ANSA, i magistrati si presenteranno alle cerimonie di inaugurazione dell’Anno giudiziario con la toga adornata da una coccarda tricolore. Prima dell’inizio degli eventi, si riuniranno all’esterno delle aule esponendo cartelli con frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione, la cui selezione è ancora in corso.
Un altro gesto simbolico annunciato è l’uscita dall’aula durante i discorsi del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, o di un suo delegato. Il momento più rilevante sarà tuttavia la giornata di sciopero, fissata per il 27 febbraio 2025, che rappresenterà un segnale forte contro una riforma considerata in contrasto con i principi di indipendenza del sistema giudiziario.
Il punto di vista dell’ANM
Secondo il presidente uscente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, la riforma non rafforza il sistema giudiziario, ma rischia di comprometterne l’autonomia. Santalucia ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica: “Non c’è nessuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile – ha dichiarato – ma si tratta di rendere palese ai cittadini le ragioni per cui riteniamo che il disegno costituzionale non vada nel segno di un miglioramento della giustizia”.
Ha inoltre affermato che il testo della riforma è “inemendabile” e che eventuali modifiche non basterebbero a renderlo compatibile con i principi costituzionali. A suo avviso, la separazione delle carriere potrebbe attirare il pubblico ministero nell’orbita dell’esecutivo, riducendo l’autonomia del sistema giudiziario e mettendo a rischio indagini delicate.
Le critiche della politica
Le proteste dell’ANM hanno generato reazioni politiche contrastanti. Come evidenziato dall’ANSA, Enrico Costa, deputato di Forza Italia, ha accusato l’associazione di voler difendere interessi corporativi, affermando che le sue iniziative sono “un film già visto”. Costa ha sostenuto che l’ANM si opponga alle decisioni del Parlamento per mantenere il proprio potere accumulato nel tempo.
D’altra parte, secondo l’ANM, la riforma avvantaggerebbe i potenti e non i cittadini, poiché porterebbe a un controllo politico sui pubblici ministeri e indebolirebbe l’idea di un giudice terzo e imparziale.